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Tanto per cominciare, nella propria casa molti australiani non parlano inglese bensì italiano, libanese, vietnamita, turco o greco, lingue che influenzano il modo in cui si esprimono in inglese.
La lingua parlata comunemente può farvi perdere in un vero e proprio ginepraio: in Australia il significato di alcuni termini è diverso da quello che hanno in altri paesi anglofoni, alcuni vocaboli di uso comune sono stati abbreviati al punto da diventare quasi irriconoscibili, mentre altri derivano dalle lingue degli aborigeni o dal gergo usato dai primi colonizzatori.
Alcune delle più note parole australiane non vengono mai usate: “mate”, la parola inglese che esprime il concetto di ‘amico’, è diventata più utilizzata di “cobber”, l’equivalente australiano.
Nell’accento australiano ci sono leggere differenze regionali, mentre ciò che distingue la lingua parlata nelle città da quella in uso nelle campagne è essenzialmente la velocità.

Se volete passare per veri australiani, provate a parlare inglese assumendo una pronuncia leggermente nasale, abbreviate ogni parola di più di due sillabe aggiungendo una vocale alla fine, trasformate tutto ciò che potete in un diminutivo e infiorate il vostro discorso con quante più esclamazioni possibile!
Secondo gli studi, all’epoca dell’arrivo dei primi coloni erano parlate circa duecento o trecento lingue australiane aborigene. Attualmente ne sopravvivono solo settanta, di cui venti rischiano di estinguersi. Circa 50.000 persone fanno uso di una delle lingue degli aborigeni (lo 0,25% della popolazione).