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Usi, costumi e simboli

Stile di vita

Un aspetto sul quale tutti concordano è il grande baratro che separa i ricchi dai poveri.
I brasiliani appartenenti alle classi media ed elevata vivono in appartamenti o in case molto accoglienti, dotate di tutti i comfort, hanno accesso a una buona assistenza sanitaria in cliniche private, posseggono automobili, case di villeggiatura e sono al passo con le ultime novità della moda e dei mercati internazionali.
I brasiliani più ricchi mandano i figli a studiare prima in scuole private e poi presso università straniere. Le cameriere costituiscono un lusso piuttosto comune anche tra le famiglie della classe media, che si possono spesso permettere l’autista e la cuoca.
A seconda del luogo in cui si vive, la criminalità rappresenta una preoccupazione più o meno sentita: chi se lo può permettere cerca di proteggersi optando per abitazioni dotate di sorveglianza o addirittura assumendo guardie del corpo.
Al di sotto di questa élite si colloca la classe dei lavoratori, che spesso faticano per mettere in tavola qualcosa da mangiare ogni sera e per pagare l’affitto; se possibile, in queste famiglie i figli restano in casa fino a quando si sposano. Le coppie, peraltro, tendono a sposarsi molto giovani.
All’estremità inferiore della scala socio-economica si collocano i favelados (abitanti delle baraccopoli), che vivono in abitazioni di cemento o mattoni costruite con le proprie mani e formano comunità molto eterogenee.
Le favelas, che possono ospitare da alcune migliaia di abitanti a oltre 50.000 persone, rappresentano una realtà che circonda quasi tutte le grandi città del Brasile. La maggior parte delle favelas è dotata di energia elettrica e di acqua corrente, anche se in molti casi le fogne sono ancora a cielo aperto. Molte sono costruite in collina e soggette a frane in caso di forti piogge. Non sempre gli abitanti delle favelas hanno accesso a scuole affidabili, a un’assistenza sanitaria adeguata, a strade in condizioni accettabili e ad altre infrastrutture indispensabili, ma la situazione sta lentamente cambiando grazie al programma di sviluppo avviato dal governo.
Nelle zone rurali le condizioni delle classi più umili possono essere addirittura peggiori. Un’iniqua distribuzione della terra risalente all’epoca coloniale ha fatto sì che migliaia di famiglie di braccianti senza casa si ritrovino oggi a occupare abusivamente il suolo pubblico inutilizzato oppure a lavorare come giornalieri itineranti dietro la corresponsione di salari bassissimi.
L’armonia delle razze costituisce un ideale ampiamente riconosciuto dai brasiliani, tuttavia i neri continuano a essere poco rappresentati dal punto di vista politico e a rimanere tra gli abitanti più poveri del paese.

Religione

Il cristianesimo è la religione ufficiale del Brasile, tuttavia, forse a causa dell’incredibile eterogeneità della popolazione, è possibile trovare brasiliani che professano il cattolicesimo e che allo stesso tempo partecipano ai riti del candomblé e altri che credono nella scienza e nell’economia di mercato senza per questo rinunciare alle proprie convinzioni mistiche e fataliste.
A Bahia e a Rio de Janeiro i seguaci dei culti afro-brasiliani affluiscono a frotte per le feste in programma la notte del 31 dicembre e il primo giorno dell’anno. Nel corso di questa ricorrenza, milioni di brasiliani si riversano sulle spiagge per rendere omaggio a Iemanjá e gettano in mare fiori, profumi, frutta e perfino gioielli. Iemanjá è infatti una divinità venerata dai seguaci del candomblé, la più ortodossa delle religioni importate dall’Africa durante il periodo della schiavitù.
Il principio alla base di questo credo è che su ogni persona vegli una particolare divinità (orixá) dalla nascita fino alla morte. Per mantenersi forti e in buona salute, bisogna offrire al proprio orixá cibo e altri doni, a seconda delle sue preferenze. Per esempio, Oxalá – il dio più importante, nonché signore del sole – predilige il mais bianco cotto e Oxúm – il dio delle acque dolci e delle cascate, famoso per la sua vanità – dovrebbe essere onorato con orecchini, collane, specchi, profumi, champagne e miele. Prima di compiere l’offerta, qualunque sia la divinità cui è destinata, occorre ingraziarsi Exú, il dio che fa da tramite tra l’individuo e la divinità.
Detto per inciso, Exú ama la cachaça e altre bevande alcoliche, le sigarette, i sigari, i profumi intensi e la carne.

Festività

Il 19 aprile, il Dia do Índio (Giorno dell’Indio), non è una festa nazionale, ma viene celebrato nei villaggi indigeni in tutto il paese.

Le festività nazionali ufficiali sono le seguenti:

  • Capodanno 1° gennaio: ufficialmente è il Giorno della Fratellanza Universale.
  • Carnaval febbraio/marzo: i due giorni che precedono il Mercoledì delle Ceneri, che cade 46 giorni prima della domenica di Pasqua.
  • Venerdì Santo e Pasqua: marzo/aprile.
  • Festa di Tiradentes: 21 aprile – in onore di Tiradentes, eroe patriottico brasiliano (chiamato così per la sua professione di dentista).
  • Festa del Lavoro: 1° maggio.
  • Corpus Christi fine maggio/giugno: 60 giorni dopo la domenica di Pasqua.
  • Festa dell’Indipendenza: 7 settembre.
  • Festa di NS de Aparecida: 12 ottobre, festa della santa patrona del Brasile.
  • Ognissanti: 2 novembre.
  • Festa della Proclamazione della Repubblica: 15 novembre.
  • Natale: 25 dicembre.