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Saluti e conversazioni di base

Lo stile cortese è il più appropriato alle situazioni in cui vi troverete.
Ecco alcune espressioni utili:

Ciao.
こんにちは。
kon·ni·chi·wa

Arrivederci.
さようなら。
sa·yō·na·ra

.
はい。
hai

No.
いいえ。
ī·e

Per favore.
ください。
ku·da·sai

Grazie.
ありがとう
a·ri·ga·tō

Mi scusi.
すみません。
su·mi·ma·sen

Mi dispiace.
ごめんなさい。
go·men·na·sai

Non c’è di che.
どういたしまして。
dō i·ta·shi·mash·te

Come sta?
お元気ですか?
o·gen·ki des ka

Bene. E lei?
はい、元気です。
hai, gen·ki des

あなたは?
a·na·ta wa

Come si chiama?
お名前は何ですか?
o·na·ma·e wa nan des ka

Mi chiamo …
私の名前は
wa·ta·shi no na·ma·e wa
…です。
… des

Parla inglese?
英語が話せますか?
ē·go ga ha·na·se·mas ka

Non capisco.
わかりません。
wa·ka·ri·ma·sen

Autocontrollo

Ai giapponesi piace molto chiacchierare, ma evitate di criticare con troppa enfasi gli aspetti della cultura giapponese, perché potreste offendere i vostri interlocutori.
Non date in escandescenze e non urlate, altrimenti farete cattiva impressione.

Il linguaggio del corpo

La comunicazione non verbale nella cultura nipponica è così importante che esistono libri per gli stranieri (gaijin) che illustrano la corretta interpretazione dei segni.
Il ben noto indulgere generosamente in ringraziamenti e inchini è il risultato di una cultura che porta a evitare il più possibile situazioni che possono alterare l’armonia, la vera chiave dei valori nipponici, insegnati fin dalla prima infanzia.
Esiste perciò la tendenza a presentare ciò che potrebbe risultare spiacevole con modi gentili e indiretti. Inoltre, sentimenti ed emozioni vengono semplicemente resi con toni di voce differenti, spesso privilegiando messaggi non verbali, perché si pensa che le parole da sole potrebbero generare dei fraintendimenti.
Anche il silenzio è considerato un valore, e una persona che parla poco e non evita i silenzi è generalmente considerata più affidabile di chi parla molto.
Essere accigliati può venire interpretato come disaccordo con quanto si sta dicendo, con il rischio di cadere in una situazione di ‘disarmonia’, perciò i giapponesi tendono a mantenere un’espressione neutra. Guardare negli occhi una persona è considerato invasivo e maleducato, soprattutto se ci si rivolge a un anziano: in Giappone il rispetto per l’età avanzata e le gerarchie è considerato un valore fondamentale.

Il galateo giapponese

Molti visitatori sono preoccupati all’idea di commettere qualche terribile sbaglio in fatto di galateo. Questo è abbastanza naturale: dopo tutto, il Giappone è una società relativamente formale, con un complesso sistema di regole di comportamento e consuetudini. E non addentriamoci nel sistema degli onorifici della lingua, che fa apparire il tu/lei dell’italiano come un gioco da bambini. Tuttavia, non ci stancheremo mai di ripeterlo: non preoccupatevi. Nessuno si aspetta che conosciate tutte le regole del galateo e nessuno vi osserverà come un falco per stanare l’errore. Quindi la prima regola è questa: comportatevi con gentilezza come fareste nel vostro paese e difficilmente sbaglierete. Detto questo, ecco un elenco di cose da ricordare, che vi faranno guadagnare punti con i giapponesi.

  • Usate entrambe le mani quando porgete il vostro biglietto da visita a qualcuno o quando lo ricevete. Lo stesso vale per i regali e i documenti importanti. Se dovete dare del denaro a qualcuno, mettetelo in una busta.
  • I templi sono edifici religiosi, quindi l’abbigliamento e il comportamento devono essere appropriati: non entrate nei giardini o nelle sale dei templi vestiti come se doveste trascorrere una giornata in spiaggia e parlate a voce bassa quando vi trovate all’interno. I santuari sono un po’ più informali, ma evitate comunque infradito e pantaloncini corti.
  • Tenete sempre a mente le difficoltà linguistiche quando parlate con i giapponesi. Alcune persone si impegneranno molto per capire che cosa state dicendo, ma non tutti parlano l’inglese. Parlate lentamente, sorridete e usate frasi brevi e semplici.
  • Non aspettatevi molta flessibilità: non tutti i ristoranti sono disposti a modificare i loro piatti per adattarli alla dieta o alle preferenze dei clienti e non tutte le ryokan dispongono di ciabatte o di futon abbastanza grandi per gli stranieri dalla corporatura robusta. Ricordate che, quasi sempre, stanno facendo del loro meglio per esservi d’aiuto – e anche che, allo stesso tempo, pochi giapponesi si lamentano o richiedono servizi speciali in situazioni simili.

Incontri per strada

Il gesto più comune usato dai giapponesi nei saluti è l’inchino, che accompagna anche le presentazioni, i ringraziamenti e i commiati.
In Giappone un bell’inchino è spesso paragonato a una pianta di riso matura che ondeggia al vento: più la persona è matura, più profondo sarà l’inchino. Per contro, un inchino mal fatto è indice di maleducazione e di immaturità. Data la vostra condizione di stranieri, i giapponesi non si aspettano che voi siate in grado di eseguire il gesto alla perfezione: un cenno con il capo sarà sufficiente.
I baci e gli abbracci sono ancora rari in Giappone, tranne che fra parenti o amici molto stretti. Per quel che riguarda le strette di mano, è meglio aspettare che siano i vostri interlocutori a compiere per primi il gesto: lasciate che siano loro a porgere la mano, se se la sentono.

Presentazioni

In Giappone normalmente ci si rivolge alle persone usando il cognome, cui si aggiunge il suffisso ·san (さん), es. su·zu·ki·san (鈴木さん). Non usate quindi i nomi di battesimo, a meno che non veniate esplicitamente invitati a farlo. Spesso le persone vengono chiamate con il loro titolo invece che con il nome.
Forse noterete anche che gli anziani si rivolgono ai bambini o alle donne giovani con il suffisso ·chan (ちゃん), che aggiunge una connotazione affettuosa.

Sig./Sig.na/Sig.ra/Miss
…さん
…·san

Signore/Signora
…さま
…·sama

Argomenti di conversazione

L’unicità e la peculiarità dei giapponesi sono fra gli argomenti di conversazione preferiti dagli osservatori occidentali come dai giapponesi stessi.
Si è sviluppata una società che dà molta importanza all’identità di gruppo e all’armonia sociale: in un simile contesto, l’essere accondiscendenti e il tenere per sé le opinioni personali e i propri sentimenti è importante per preservare l’armonia sociale. Perciò lo scambio di idee, i dibattiti e le discussioni accalorate, comuni nelle società occidentali, sono fenomeni piuttosto rari in Giappone.
E la reticenza a condividere i pensieri più intimi e profondi contribuisce a delineare agli occhi degli occidentali l’immagine di un popolo misterioso.
I giapponesi in genere tendono a non discutere di politica in pubblico e solitamente non dicono per quale partito votano. Ricordate che le affermazioni molto nette riguardo al Giappone e alla cultura giapponese possono causare offesa, per cui è meglio evitarle.

La donna in Giappone

La società tradizionale giapponese relegava in casa il ruolo della donna, dove in qualità di casalinga esercitava un notevole potere, perché si occupava di tutte le questioni economiche, gestiva l’educazione dei figli e, in un certo senso, dirigeva l’intero nucleo familiare. Tuttavia, sin dall’inizio del periodo Meiji (seconda metà dell’Ottocento, quando la struttura sociale giapponese cominciò a seguire i modelli occidentali) questo modello tradizionale è stato raramente applicato nella realtà: infatti le donne hanno spesso lavorato nei campi al fianco degli uomini e in epoche meno remote la carenza di manodopera ha fatto sì che molte trovassero un impiego in fabbrica.
La situazione contemporanea è molto complessa. Naturalmente esistono dei casi che rispecchiano in pieno queste tacite regole sociali: alcune donne giapponesi, infatti, tendono a preferire corsi universitari più brevi, spesso in istituti femminili, perché ritengono che un certo livello di istruzione sia vantaggioso per concludere un buon matrimonio, ma una volta sposate lasciano ai mariti la responsabilità di provvedere al sostentamento della famiglia.
Tuttavia sempre più donne giapponesi scelgono di evitare o posticipare il matrimonio per seguire le proprie ambizioni di carriera. Non possiamo ancora parlare però di ‘rivoluzione sociale’, visto che le donne giapponesi sono ancora sottorappresentate in politica e nelle alte sfere dirigenziali, mentre in ambito impiegatizio rivestono un’importanza significativa.
In parte il motivo risiede nella discriminazione dei sessi all’interno delle aziende giapponesi, ma non vanno trascurate neanche le aspettative sociali: le donne giapponesi sono costrette a scegliere fra la carriera e la famiglia. Da un lato la maggior parte delle aziende rifiuta di assumere donne per posizioni di carriera, dall’altro molti uomini non sono interessati a sposare una donna con ambizioni lavorative; pertanto le donne non sono incoraggiate a uscire dal tradizionale ruolo di genere per intraprendere una carriera.
Le donne che invece scelgono un lavoro a tempo pieno devono subire una delle peggiori sperequazioni salariali basate sul sesso del mondo industrializzato: le donne giapponesi guadagnano soltanto il 66% rispetto ai colleghi maschi, in confronto al 76% degli Stati Uniti, all’83% del Regno Unito e all’85% dell’Australia (secondo le cifre fornite dai rispettivi governi). In politica la situazione è perfino peggiore: le donne giapponesi occupano solo il 10% dei posti in Parlamento.
Il Giappone è un paese relativamente sicuro per le donne che viaggiano da sole, benché forse non così sicuro come si potrebbe pensare. Si ritiene infatti che molti crimini commessi contro le donne non vengano denunciati, soprattutto se le vittime sono giapponesi. Le viaggiatrici possono essere occasionalmente bersaglio di molestie verbali e commenti indiscreti. Le vere e proprie aggressioni sono molto rare, ma in qualche caso si sono verificate.
Diverse compagnie ferroviarie hanno introdotto di recente vagoni per sole donne, così da proteggere le viaggiatrici dai chikan (molestatori che girano su treni affollati). Di solito queste carrozze sono riservate alle donne nelle ore di punta dei giorni feriali sulle linee più frequentate. Sulle banchine vedrete i cartelli (in genere di colore rosa) che indicano il punto in cui si fermano, solitamente contrassegnate in giapponese e in inglese (sempre in rosa).
Se aveste qualche problema e la polizia locale non si rivelasse di alcun aiuto, rivolgetevi a Japan Helpline (0120-46-1997), un numero d’emergenza operativo a livello nazionale 24 ore su 24, sette giorni su sette.

Incontri e relazioni di coppia

In genere i giapponesi sono riservati nell’esprimere le emozioni, quindi i vezzeggiativi sono meno usati che in altri paesi. Alcune coppie, tuttavia, usano soprannomi derivati dal nome di battesimo; per esempio, un modo comune per chiamare qualcuno in modo affettuoso è abbreviare il nome e aggiungere il suffisso ·chan (ちゃん), per esempio takechan (たけちゃん) invece di takeshi (たけし) o hanachan (はなちゃん) al posto di hanako (はなこ). Si considera una mancanza di rispetto fissare le persone negli occhi, soprattutto quando si tratta di qualcuno più anziano di voi.
Nelle situazioni di affollamento i giapponesi tendono a evitare gli scambi di sguardi per rispetto reciproco della privacy.
Per agevolare l’uso di questo breve frasario, indichiamo le frasi in kana e kanji e una trascrizione fonetica adattata alla pronuncia italiana.

USCIRE INSIEME
Ti piacerebbe fare qualcosa (domani)?
(明日)何かしませんか?
(a·sci·ta) na·ni ka sci·ma·sen ka

Dove vuoi andare (stasera)?
(今晩)どこに行きたいですか?
(kom·ban) do·ko ni i·ki·taides ka

Sì, volentieri.
はい、ぜひとも。
hai ze·hi to·mo

Mi spiace, non posso.
すみません、行けません。
su·mi·ma·sen, i·ke·ma·sen


APPROCCI
Bevi qualcosa?
何か飲みませんか?
na·ni ka no·mi·ma·sen ka

Assomigli a una persona che conosco.
私の知っている人によく似ています。
ua·ta·sci no scit·te i·ru hi·to ni io·ku ni·te i·mas

Balli benissimo.
踊りがすごくうまいですね。
o·do·ri ga su·go·kuu·mai des ne

Che ne dici di un tè?
お茶しませんか?
o·cia sci·ma·sen ka

Vieni da me?
うちに来ない?
u·ci ni ko·nai

Posso …?
…もいいですか?
… mo ii des ka

ballare con te
いっしょに踊って
is·scio ni o·dot·te

accompagnarti a casa
お宅まで送って
o·ta·ku ma·deo·kut·te

sedermi qui
ここに座って
ko·ko ni su·uat·te


RIFIUTARE GLI APPROCCI
Sono con il mio ragazzo.
彼氏と一緒なんです。
ka·re·sci to is·scio nan des

Sono con la mia ragazza.
彼女と一緒なんです。
ka·no·gio to is·scio nan des

Scusa, ora devo andare.
すみませんが
su·mi·ma·sen ga moo
もう行かなくてはなりません。
i·ka·na·ku·te ua na·ri·ma·sen

No, grazie.
いいえ、けっこうです。
ii·e kek·koo des

Neanche per sogno!
やだ!
ia da

Levati dai piedi!
ほっといて!
hot·toi·te

Mi dai fastidio!
しつこい!
sci·tsu·koi

CONOSCERSI MEGLIO
Mi piaci molto.
あなたがとても好き。
a·na·ta ga to·te·mo su·ki

Sei fantastico.
すてき。
su·te·ki

Posso baciarti?
キスしてもいい?
ki·su sci·te mo ii

Vieni su un momento?
ちょっと、うちに寄って いきませんか?
ciot·to u·ci ni iot·te i·ki·ma·sen ka

Vuoi un massaggio?
マッサージしましょうか?
mas·saa·gi sci·ma·scioo ka

Posso restare?
泊まってもいいですか?
to·mat·te mo ii des ka


SESSO
Baciami.
キスして。
ki·su sci·te

Ti voglio.
あなたが欲しい。
a·na·ta ga ho·scii

Andiamo a letto.

ベッドに行きましょう。
bed·do ni i·ki·ma·scioo

Toccami qui.

ここを触って。
ko·ko o sa·uat·te

Ti piace?

これは好き?
ko·re ua su·ki

Mi piace.
それは好きです。
so·re ua su·ki des

Non mi piace.
それは好ではありません 。
so·re ua su·ki de·ua a·ri·ma·sen

Credo che dovremmo fermarci.
これ以上はやめましょう。
ko·re i·gioo ua ia·me·ma·scioo

Hai un (profilattico)?
(コンドーム)はありますか?
(kon·doo·mu) ua a·ri·mas ka

Usiamo un (profilattico).
(コンドーム)を 使いましょう 。
(kon·doo·mu) o tsu·kai·ma·scioo

Non lo farò senza protezione.
避妊具なしでは しません。
hi·nin·gu na·sci de ua sci·ma·sen

Non preoccuparti, faccio io.
だいじょうぶ、 自分でやるから。
dai·gioo·bu gi·bun de ia·ru ka·ra

È la mia prima volta.
初めてです。
ha·gi·me·te des

È fantastico!
サイコー!
sai·koo

Vacci piano!
ゆっくり!
iuk·ku·ri

È stato…
intenso
ワイルドでした。
uai·ru·do desh·ta
romantico
ロマンチックでした。
ro·man·cik·ku desh·ta
stupendo
最高でした。
sai·koo desh·ta


L’AMORE
Ti amo.
愛しています。
ai sci·te i·mas

Stiamo bene insieme.
いいカップルだと 思います。
ii kap·pu·ru da to o·moi·mas

Vuoi …?
…ませんか?
…·ma·sen ka

conoscere
私の親
ua·ta·sci no o·ia

I miei genitori
に会い
ni ai

sposarmi
結婚し
kek·kon sci

uscire con me
付き合い
tsu·ki·a