Banconote dal valore nominale elevatissimo, ma dal valore reale decisamente più basso, emesse in periodi di iperinflazione dei Paesi interessati. Siamo andati alla ricerca delle banconote più svalutate nella storia e abbiamo scoperto che tra queste, secondo i dati raccolti dal World Economic Forum, compariva anche la serie di banconote da 500.000 lire.
Lo Zimbabwe è il Paese con la più alta iperinflazione mai registrata. Nel 2008 ha raggiunto una percentuale difficile soltanto da immaginare pari al 231 milioni%. In quell’anno la banca centrale dello Zimbabwe ha continuato a stampare cartamoneta praticamente inutile, mettendo in circolazione banconote da un miliardo e un trlione di dollari zimbabwiani. Nel 2015 il governo ha dismesso l’uso del dollaro zimbabwiano, valuta nazionale, ormai ipersvalutato e lo ha reintrodotto solo l’anno successivo come moneta complementare ancorata al valore del dollaro americano, accanto alle valute estere.
Questo fenomeno di ipersvalutazione della valuta non ha riguardato solo Paesi in via di sviluppo, ma anche gli Stati Uniti e Paesi europei. Gli Stati Uniti, ad esempio, hanno continuato a stampare banconote da 100.000 dollari e altri tagli molto elevati, fino al 1969, anno in cui il presidente Richard Nixon emanò un decreto che ne proibiva la circolazione.
Il peggior caso di iperinflazione mai registrato, però, è quello che ha coinvolto l’Ungheria dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, un periodo in cui nel Paese circolavano biglietti da 100 milioni di miliardi di pengő. Il fiorino venne introdotto nel 1946, e pensate che il cambio di un fiorino venne stabilito a 4 x 10^29 pengő. In questo articolo abbiamo raccontato la storia della valuta ungherese.
Per approfondire
In questo articolo abbiamo parlato delle banconote rare e costosissime che fanno la fortuna dei collezionisti.
Qui, invece, una mini guida per riconoscere le banconote rare.
Fonte immagine: rbz.co.zw